Ma il vero dato sorprendente è che la forma contrattuale più diffusa per i laureati è proprio il contratto a tempo indeterminato, spesso considerato una chimera dai giovani italiani. 

Nel 2023, il 34,9% dei laureati di I livello (triennale) e il 26,5% dei laureati di II livello (magistrale) ha ottenuto un contratto a tempo indeterminato già entro un anno dalla laurea. Questo segna un aumento di circa il 3% rispetto al 2022, una notizia decisamente positiva per chi si affaccia al mondo dei lavoratori.

Riguarda una fetta minore di laureati: solo il 10,1% dei triennali e l’8% dei magistrali sceglie questa strada entro un anno dal titolo.

A cinque anni dal conseguimento del titolo, le percentuali di chi ha un contratto a tempo indeterminato migliorano drasticamente:

• 72,7% per chi ha una laurea triennale
• 52,6% per chi ha una laurea magistrale

Un dato che potrebbe sorprendere è la percentuale più alta dei triennali rispetto ai magistrali. Questo può essere spiegato dal fatto che molti laureati magistrali intraprendono percorsi di specializzazione o master che posticipano di qualche anno l’ingresso nel mercato lavorativo.

Sì, soprattutto se guardiamo alla stabilità lavorativa. Avere una laurea non garantisce automaticamente un impiego, ma aumenta significativamente le possibilità di accedere a contratti stabili rispetto a chi non ha un titolo universitario.

Quindi, se hai ancora dubbi, considera questo: una laurea, anche triennale, non solo ti apre le porte del mondo lavorativo, ma migliora anche le tue prospettive a lungo termine.